Ex-prefeita de Lauriano, no norte da Itália, e outros nove réus são acusados de facilitar a obtenção de cidadania italiana em esquema fraudulento. Brasileiros teriam pago até 10 mil euros para obter os documentos, segundo extenso artigo do Giornale La Voce, desta sexta-feira (04).
Esquema de falsificação envolvia funcionários e intermediários
Nesta quinta-feira (3), o Tribunal de Ivrea realizou a audiência preliminar sobre o processo de falsificação de cidadania italiana para 68 brasileiros entre 2018 e 2019, no município de Lauriano, na região do Piemonte.
A investigação, que veio à tona semanas antes das eleições municipais, envolve a ex-prefeita de Lauriano, Matilde Casa, e funcionários do setor de Anagrafe, que teriam forjado documentos para reconhecer a cidadania italiana dos brasileiros via “jus sanguinis” — critério que reconhece a nacionalidade a descendentes de italianos.
Os réus e o funcionamento do esquema
Entre os réus estão funcionários públicos, intermediários e os proprietários de um bed & breakfast (B&B) que servia como ponto de estadia temporária para os brasileiros envolvidos.
A promotora Valentina Bossi, responsável pela investigação, afirmou que Matilde Casa, a então prefeita, junto com Barbara Anselmino, chefe do setor de registros, e Giuseppe Marcucci, funcionário do município, falsificaram os documentos necessários para o reconhecimento da cidadania.
Segundo a promotoria, a empresa Rotunno – Immigration Solutions & Business, dirigida por intermediários como a advogada Gabriela Rotunno Val de Sousa e Silvia Simões Rotunno, com sedes em Santos, Rio de Janeiro e São Paulo, auxiliava na logística, coordenando a chegada dos brasileiros à Itália e garantindo que eles se declarassem residentes, embora não morassem efetivamente no país.
Niva Detti e Mauro Franchini, proprietários do B&B Cascina Colombaro, em Lauriano, teriam emitido falsas declarações de residência para acomodar o esquema.
Ainda, conforme a acusação, os funcionários do município teriam recebido presentes dos intermediários, incluindo bolsas, joias e até uma impressora, entregue à prefeita Matilde Casa como presente de Natal em 2018.
Avanços no processo e negociações
Durante a audiência, os advogados de defesa tentaram transferir o caso para Siena, alegando que a empresa de intermediação operava principalmente naquela região, mas o juiz rejeitou a solicitação.
O julgamento foi adiado para 12 de dezembro, quando as acusações serão formalizadas. Stefano Bardelli, um dos intermediários-chave, solicitou um acordo de pena de dois anos e seis meses de prisão.
O futuro dos brasileiros envolvidos
A situação dos 68 brasileiros envolvidos continua em aberto.
A investigação enfrenta dificuldades para notificá-los, uma vez que muitos já retornaram ao Brasil.
Entre os envolvidos, destaca-se Gabriel Martinelli, jogador do Arsenal, que havia solicitado a cidadania italiana quando ainda era menor de idade, ao lado de seu pai, João Carlos.
Oportunidade de manifestação
O portal Italianismo reserva um espaço para que os acusados, incluindo os intermediários e os brasileiros envolvidos, possam se manifestar. Até o momento, os réus têm negado as acusações, e Matilde Casa, ex-prefeita de Lauriano, mantém sua alegação de inocência, conforme declarado por seus advogados.
Confira o artigo do Giornale La Voce na íntegra, publicado nesta sexta-feira (4):
Falsa cittadinanza italiana a 68 brasiliani: si apre il processo a Ivrea. C’è chi ha chiesto il patteggiamento
Dieci imputati, per la Procura eporediese, devono andare a processo. Tra loro anche l’ex sindaca di Lauriano. Il gip deciderà il 12 dicembre
Emiliano Rozzino
04 Ottobre 2024 – 06:00
Si è tenuta giovedì 3 ottobre, in tribunale ad Ivrea, l’udienza preliminare del procedimento per le 68 cittadinanze illegali rilasciate dal Comune di Lauriano ad altrettanti cittadini brasiliani nel periodo tra il 2018 e il 2019. L’inchiesta, lo ricordiamo, scoppiò a poche settimane dalle elezioni amministrative del paese.
Gli imputati
Di fronte al Giudice dell’udienza preliminare Antonio Borretta sono stati chiamati a comparire gli imputati: Rotunno Val De Sousa Gabriela, nata il 21/09/1988 in Brasile, residente legalmente a Palermo, difesa dall’avv. Salvatore Pino (Foro di Milano), Simoes Rotunno Silvia, nata il 14/10/1964 a Porto Alegre, Brasile, residente a Sandigliano, difesa dall’avv. Federico Cecconi (Foro di Milano), Bardelli Stefano, nato il 02/12/1949 a Siena, dove risulta residente e dimorante a Torino, difeso dall’avv. Tommaso Servetto (Foro di Torino), Pastrone Ileana, nata il 09/06/1989 ad Asti, residente a Sommariva Perno, difesa dall’avv. Fabrizio Brignolo (Foro di Asti), Anselmino Barbara, nata il 05/10/1971 a Chivasso, residente a Lauriano, difesa dall’avv. Alberto Avidano (Foro di Asti), Casa Matilde, nata il 10/07/1963 a Chivasso, residente a Lauriano, difesa dall’avv. Mauro Carena (Foro di Torino), Marcucci Giuseppe, nato il 03/10/1965 a Torino, residente a Lauriano, difeso dall’avv. Alberto Avidano (Foro di Asti), Detti Niva, nata il 14/01/1950 a Manciano (GR), dove risiede, difesa dall’avv. Massimo Bersano (Foro di Torino) e dall’avv. Rossella Loverre (Foro di Torino), Franchini Mauro, nato il 08/07/1951 a Fiorano Modenese (MO), residente a Manciano (GR), difeso dall’avv. Massimo Bersano (Foro di Torino), Petrioli Marco, nato il 28/06/1967 a Siena, residente ad Asciano (SI), difeso dall’avv. Antonio Scullo e dall’avv. Luca Perinti (Foro di Siena).
Sono accusati, a vario titolo ed in concorso, di aver falsificato documenti e attestazioni riguardanti il riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis per soggetti di nazionalità brasiliana, agendo in concorso tra loro (articoli 476 e 479 del codice penale).
Nel procedimento sono state identificate come persone offese il Comune di Lauriano e la Prefettura di Torino.
Le accuse della Procura
Per la Procura eporediese Anselmino Barbara, Marcucci Giuseppe e Casa Matilde, in qualità di pubblici ufficiali del Comune di Lauriano, con Anselmino responsabile dell’Ufficio Anagrafe, Marcucci dipendente comunale addetto allo stesso Ufficio Anagrafe, e Casa Matilde sindaco all’epoca dei fatti, avrebbero falsamente attestato la sussistenza dei requisiti per ottenere la cittadinanza italiana jure sanguinis per i soggetti coinvolti: Anselmino Barbara avrebbe firmato i certificati di riconoscimento della cittadinanza, Marcucci Giuseppe avrebbe collaborato nell’elaborazione dei documenti falsificati e Casa Matilde avrebbe sottoscritto tutti i certificati di cittadinanza.
Per la pm Valentina Bossi, che ha coordinato l’inchiesta, Bardelli Stefano, Simoes Rotunno Silvia e Rotunno Val de Sousa Gabriela, agendo come intermediari e soggetti esterni all’amministrazione comunale di Lauriano, avrebbero fornito supporto organizzativo per facilitare le pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana jure sanguinis: avrebbero organizzato il trasferimento e la permanenza temporanea in Italia dei cittadini brasiliani richiedenti la cittadinanza e attestato falsamente la loro residenza in Italia, senza che gli stessi fossero effettivamente domiciliati nei luoghi indicati.
Detti Niva e Franchini Mauro, coniugi e titolari all’epoca di un B&B a Lauriano, avrebbero fornito alloggio temporaneo ai cittadini brasiliani coinvolti nel processo di riconoscimento della cittadinanza italiana: Detti Niva, responsabile della gestione del B&B, avrebbe falsamente dichiarato la residenza dei richiedenti presso la propria struttura, nonostante i soggetti risiedessero altrove o fossero già rientrati in Brasile. Franchini Mauro avrebbe contribuito all’organizzazione delle permanenze fittizie nel B&B e collaborato nella preparazione dei documenti falsi utilizzati per le richieste di cittadinanza.
Il modus operandi contestato
Il modus operandi ricostruito dalla Procura era il seguente: i brasiliani attraverso la società Rotunno – Immigration Solutions & Business si erano rivolti al Comune di Lauriano e, in tre casi ad Asciano, per ottenere la cittadinanza italiana. Hanno soggiornato per qualche giorno al B&B laurianese. Secondo la Procura, i dipendenti del Comune oggetto d’indagine avrebbero omesso di fare i controlli per verificare l’effettiva residenza e se avessero i requisiti dello jus sanguinis, cittadinanze che sono poi state firmate dalla sindaca Matilde Casa.
Alla società Rotunno – Immigration Solutions & Business, per diventare cittadini italiani, i brasiliani pagavano tra i mille e 500 e 10 mila euro per sbrigare le pratiche.
Nell’inchiesta si sostiene che la responsabile dell’anagrafe, Anselmino, come pubblico ufficiale preposto alle trattazioni delle pratiche, avesse ottenuto da parte dei soci dell’agenzia di intermediazione borse, una catenina d’oro ed altri regali. E a Natale 2018, gli intermediari avrebbero regalato all’allora sindaca, Casa, una stampante per la biblioteca. Attraverso il suo legale, l’ex sindaca del paese ha sempre sostenuto la propria innocenza.
La richiesta di patteggiamento
Nell’udienza in sede di indagine preliminare di giovedì 3 ottobre, il gip ha respinto l’eccezione di competenza territoriale sollevata dalle difese, che avevano chiesto il trasferimento del procedimento a Siena perché lì operava la società di intermediazione cui si erano rivolti i 67 brasiliani, e dopo aver ascoltato gli avvocati difensori che hanno chiesto l’archiviazione del procedimento, ha disposto il rinvio al 12 dicembre per le repliche del pm e l’eventuale rinvio a giudizio di tutti gli imputati.
In quella data il giudice si dovrà anche pronunciare sulla richiesta di patteggiamento avanzata dalla difesa di Stefano Bardelli, figura chiave dell’inchiesta, che ha chiesto di patteggiare la pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione.
La posizione dei brasiliani
Resta da definire la posizione dei 68 brasiliani che hanno ottenuto la cittadinanza con questo modus operandi. Tra questi – e all’epoca dell’inchiesta aveva fatto notizia – il calciatore dell’Arsenal Gabriel Martinelli, minorenne quando presentò richiesta per la cittadinanza, insieme al padre Joao Carlos.
Non è escluso che le loro posizioni possano essere stralciate per le difficoltà a notificare gli atti dell’indagine. Nessuno, pare, è rimasto in Italia.
Link do artigo: Giornale La Voce