L'avvocato Maria Stella La Malfa, responsabile del caso di Cittadinanza italiana negato a un minore, ha spiegato al Italianismo come il team legale ha strutturato l'azione che ha portato la questione alla Corte Costituzionale italiana.
Il caso è stato dettagliato questo venerdì (24), nell'articolo “La cittadinanza italiana negata a un minorenne porta all'analisi della Corte Costituzionale".
Secondo l'avvocato, il caso ha preso una piega diversa dal solito. Invece di attendere la fissazione di un'udienza, la difesa ha scelto di presentare direttamente un ricorso alla Corte, basandosi su un caso da loro stessi costruito per sollevare la questione di incostituzionalità.
«La questione è stata affrontata in modo innovativo rispetto alla procedura comune normalmente adottata nei ricorsi di riconoscimento della cittadinanza», ha affermato.
Il caso è iniziato con una richiesta di certificato di nascita per un minore non menzionato nella sentenza originaria di riconoscimento della cittadinanza. La strategia mirava a ottenere un diniego formale da parte dell'ufficiale dello stato civile, requisito legale per l'avvio di un procedimento giudiziario, ai sensi dell'articolo 95 del DPR n. 396 del 2000.
Inizialmente la risposta del funzionario comunale di Canneto sull'Oglio era vago. Tuttavia, dopo insistenze, è stato emesso un rifiuto chiaro e formale, come previsto dalla norma.
“Inizialmente l'ufficiale ha dato una risposta vaga, ma dopo essersi rifiutato di rispondere, ha capito che avrebbe dovuto emettere un provvedimento espresso e formale, come è stato fatto.”
Con questo rifiuto in mano, il caso è stato portato al Tribunale di Mantova, accompagnato da questioni di legittimità costituzionale della legge n. 74/2025, che ha modificato le regole di Cittadinanza italiana.
Il professore di Diritto Costituzionale ha partecipato al processo Alfonso Celotto, che ha svolto anche il ruolo di avvocato patrocinante nella fase giudiziale.
“L’ordinanza di rinvio emessa dalla Corte è particolarmente fondata, affronta diversi profili costituzionali e sistematici e si prevede che sarà pubblicata a breve nella Gazzetta Ufficiale”, ha affermato La Malfa.
L'avvocato ha sottolineato che il fulcro della causa non è la disparità di trattamento tra fratelli, bensì la specifica situazione dei figli minori, come previsto dall'articolo 3-bis della Legge sulla Cittadinanza. La nuova legge esclude automaticamente i figli non menzionati nella sentenza, anche se nati prima dell'entrata in vigore della legge.
“È importante sottolineare che la questione non si riferisce alla disparità di trattamento tra fratelli, ma esclusivamente alla situazione del figlio minore […] per quanto riguarda tutti coloro nati prima della nuova legge, indipendentemente dall’età.”
Secondo La Malfa, sono già state avviate altre azioni simili da lei e si stanno preparando nuove iniziative per contestare disposizioni che, a suo dire, sono anch'esse incostituzionali.
"Sono già state intentate altre cause contro il rifiuto dei comuni di trascrivere e nuove iniziative sono in preparazione presso altri tribunali", ha concluso.
Vedi la frase:










































