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Corriere concede direito de resposta a Lorenzato após polêmica com ítalo-brasileiros

Jornal Corriere Della Sera dá direito de resposta após polêmica com italo-brasileiros: “invasores”

Deputado Luis Lorenzato responde ao Corriere após artigo polêmico sobre cidadania de italo-brasileiros.
Deputado Luis Lorenzato responde ao Corriere após artigo polêmico sobre cidadania de italo-brasileiros.

O jornal italiano Corriere della Sera publicou neste sábado, 01 de novembro, o direito de resposta do ex-deputado Luis Roberto Lorenzato, após repercussão negativa causada por um artigo que tratava da crescente busca por cidadania italiana por descendentes de italianos no Brasil.

A resposta foi motivada pela publicação de 29 de outubro, assinada pelo jornalista Claudio Del Frate, que usou o termo “invasão dos oriundi vindos do Brasil” para descrever o fenômeno. A expressão provocou indignação entre integrantes da comunidade ítalo-brasileira. O Italianismo publicou aqui: Corriere della Sera retrata ítalo-brasileiros como ‘invasores’ e expõe preconceito histórico

Na réplica publicada neste sábado, Lorenzato — que foi deputado pelo partido Liga Norte de 2018 a 2022 — classificou o artigo como ofensivo e generalizador. Em tom firme, defendeu que o reconhecimento da cidadania italiana ius sanguinis é um “direito de origem”, previsto pela Constituição da Itália.

“O problema não está no cidadão que exerce um direito, mas na ausência de estrutura do Estado italiano para lidar com a demanda”, afirmou. Ele sugeriu soluções como digitalização de arquivos e criação de tribunais especializados, além de citar o exemplo argentino, que regularizou mais de um milhão de ítalo-descendentes sem gerar crises.

Publicação do Corriere della Sera destaca resposta de Lorenzato em defesa dos ítalo-brasileiros: “Contribuem para a economia e o bem-estar”

Segundo o ex-parlamentar, os casos de fraudes mencionados no artigo foram pontuais e já julgados, com condenações apenas a intermediários e servidores locais, e não aos cidadãos que buscaram o reconhecimento.

Lorenzato também argumenta que os ítalo-brasileiros fortalecem os laços com a Itália, movimentam a economia e preservam a cultura italiana fora da Europa. “Reduzir esse fenômeno a um ‘negócio obscuro’ é ignorar 150 anos de história comum”, declarou.

O próprio jornalista encerrou o espaço de direito de resposta com uma nota dirigida ao ex-deputado:

Prezado deputado, longe de mim denegrir a comunidade ítalo-brasileira, sua história e sua contribuição para o trabalho e a cultura. Toda consideração é legítima. No entanto, o artigo destaca uma série de distorções geradas pela corrida pela obtenção do passaporte italiano. Distorções documentadas por prefeitos, magistrados, analistas do fenômeno e por investigações judiciais, tanto na Itália quanto no Brasil. Todos estão citados no artigo. Não por acaso, a situação chegou a tal ponto que o governo, em março de 2025, interveio restringindo de forma decisiva o acesso à cidadania italiana por parte dos oriundi.

LEIA O DIREITO DE RESPOSTA NA ÍNTEGRA (em italiano e em português)

Il boom delle cittadinanze per gli italo brasiliani: «Contribuiscono all’economia e al benessere»

di Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea

L’ex deputato: «Esercizio legittimo di un diritto». La replica: «Ci sono storture documentate, il governo è dovuto intervenire»

In merito all’articolo riguardante il boom di richieste di cittadinanza italiana da parte dei discendenti di emigrati veneti in Brasile e Argentina ci scrive Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea, deputato dal 2018 al 2022 per la Lega Nord.

Egregio Direttore,
in qualità di On. Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea, Deputato della Repubblica Italiana nella XVIII Legislatura e Presidente dell’entità sovranazionale Nazione e Popolo Italico in Esilio – Italian Commonwealth, desidero esercitare il mio diritto di risposta in merito all’articolo pubblicato il 29 ottobre 2025 dal titolo «Veneto, l’invasione degli oriundi venuti dal Brasile. Cittadinanza italiana in vendita online con lo sconto» a firma del Sig. Claudio Del Frate.

L’articolo in questione contiene espressioni e valutazioni che rischiano di ledere l’immagine della comunità italo-brasiliana, diffondendo un’idea fuorviante del fenomeno del riconoscimento della cittadinanza italiana ius sanguinis. A tale scopo, Le trasmetto di seguito il testo integrale della mia replica ufficiale, con richiesta di pubblicazione ai sensi delle normative vigenti sulla stampa.
 A tale scopo, Le trasmetto di seguito il testo integrale della mia replica ufficiale, con richiesta di pubblicazione ai sensi delle normative 

Non si tratta affatto di un’invasione, bensì dell’esercizio legittimo di un diritto di origine. Gli italo-discendenti non chiedono una nuova cittadinanza, ma il riconoscimento della nazionalità che appartiene loro sin dalla nascita, secondo il principio dello ius sanguinis — fondamento della legislazione italiana fin dall’unificazione del Paese. Noi siamo nati italiani, poiché la cittadinanza si trasmette per sangue, non per geografia.
È scorretto e ingiusto trattare cittadini italiani d’origine come “stranieri che invadono”.

Condanniamo con fermezza qualsiasi pratica illegale o mercificazione abusiva del riconoscimento della cittadinanza. Questi casi isolati — spesso denunciati dagli stessi italo-brasiliani — non rappresentano la comunità.
La grande maggioranza dei richiedenti segue le vie legali, investendo tempo, risorse e documentazione autentica. È offensivo generalizzare milioni di discendenti onesti per colpa di pochi intermediari senza scrupoli.
Nei casi citati, tutti gli italo-brasiliani sono stati assolti e hanno mantenuto la cittadinanza; sono stati condannati solo funzionari comunali e intermediari per irregolarità amministrative.

Il problema non risiede nel cittadino che esercita un diritto, ma nella mancanza di strutture adeguate dello Stato italiano per gestire una domanda prevedibile. Per decenni, il governo ha incoraggiato il riconoscimento della cittadinanza come strumento di legame con la diaspora. Ora, di fronte all’aumento naturale delle richieste, si tenta di incolpare i discendenti invece di modernizzare il sistema. L’automazione degli archivi e la creazione di tribunali specializzati sarebbero soluzioni civili ed efficienti. L’Argentina, ad esempio, ha regolarizzato oltre un milione di italo-argentini senza polemiche: perché allora questo pregiudizio verso gli italo-brasiliani, in gran parte di origine veneta?

La cittadinanza italiana non è subordinata alla residenza. Milioni di italiani vivono e lavorano all’estero e restano italiani. Gli italo-brasiliani continuano a essere parte della Nazione italiana, contribuendo culturalmente ed economicamente. Molti investono in Italia, viaggiano regolarmente e rafforzano il prestigio internazionale del Paese. La loro presenza deve essere considerata un patrimonio umano e culturale, non un peso amministrativo.

È privo di fondamento collegare il riconoscimento della cittadinanza — un diritto costituzionale — all’eventuale insuccesso del PNRR. Se la giustizia è in ritardo, ciò dipende dalla burocrazia e dalla carenza di digitalizzazione, non dai cittadini che esercitano i propri diritti. L’Italia deve raggiungere gli obiettivi europei modernizzando la giustizia, non limitando diritti fondamentali.

Richiedere la cittadinanza non è opportunismo, ma riconciliazione con la propria identità — un diritto costituzionale e comunitario europeo.
Gli italo-discendenti onorano la memoria degli antenati che lasciarono l’Italia in tempi difficili. Molti partecipano alla vita culturale e sociale italiana, creano imprese, sostengono enti culturali e rafforzano il legame tra Italia e Brasile. La cittadinanza italiana non è un privilegio, ma un legame storico e giuridico che il tempo non ha spezzato

Ridurre il fenomeno degli italo-brasiliani a un “business oscuro” significa ignorare oltre 150 anni di storia comune tra Italia e Brasile. Gli italo-brasiliani hanno sempre contribuito e continuano a contribuire con miliardi di euro inviati in Italia, sostenendo l’economia e i legami tra i due Paesi.
La vera sfida non è frenare chi cerca la propria identità, ma valorizzare una comunità che mantiene viva la cultura italiana nel mondo. Noi, italo-discendenti, non siamo ospiti — siamo figli e parte dell’Italia.

Con osservanza,
On. Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea
Deputato della Repubblica Italiana – XVIII Legislatura
Presidente dell’entità sovranazionale
NAZIONE E POPOLO ITALICO IN ESILIO – ITALIAN COMMONWEALTH

Risponde Claudio Del Frate
Gentile  onorevole, lungi da me denigrare la comunità degli italo-brasiliani, la loro storia e il loro contributo al lavoro e alla cultura. E ogni considerazione è legittima. Ma l’articolo mette in evidenza una serie di storture che la corsa alla richiesta del passaporto italiano ha generato. Storture documentate da sindaci, magistrati, analisti del fenomeno, inchieste della magistratura sia in Italia che in Brasile. Tutti citati nell’articolo. Non a caso la situazione è arrivata a punto tale che il governo nel marzo 2025 è intervenuto restringendo con decisione la possibilità di accesso alla cittadinanza italiana per gli oriundi.

Leia a tradução (IA)

O boom das cidadanias para os ítalo-brasileiros: “Contribuem para a economia e o bem-estar”

O ex-deputado: “Exercício legítimo de um direito”. A réplica: “Há distorções documentadas, o governo precisou intervir”

A respeito do artigo sobre o aumento de pedidos de cidadania italiana por parte de descendentes de emigrantes vênetos no Brasil e na Argentina, escreve-nos Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea, deputado de 2018 a 2022 pela Liga Norte.

Prezado Diretor,
na qualidade de On. Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea, Deputado da República Italiana na XVIII Legislatura e Presidente da entidade supranacional Nação e Povo Itálico no Exílio – Italian Commonwealth, desejo exercer meu direito de resposta a respeito do artigo publicado em 29 de outubro de 2025, intitulado “Vêneto, a invasão dos oriundi vindos do Brasil. Cidadania italiana à venda online com desconto”, assinado pelo Sr. Claudio Del Frate.

O artigo em questão contém expressões e avaliações que correm o risco de prejudicar a imagem da comunidade ítalo-brasileira, difundindo uma ideia distorcida do fenômeno do reconhecimento da cidadania italiana ius sanguinis. Com esse propósito, transmito a seguir o texto integral da minha réplica oficial, com pedido de publicação conforme as normas vigentes da imprensa.

Não se trata de uma invasão, mas do exercício legítimo de um direito de origem. Os ítalo-descendentes não estão pedindo uma nova cidadania, mas o reconhecimento da nacionalidade que lhes pertence desde o nascimento, conforme o princípio do ius sanguinis — fundamento da legislação italiana desde a unificação do país. Nascemos italianos, pois a cidadania é transmitida pelo sangue, e não pela geografia.

É incorreto e injusto tratar cidadãos italianos de origem como “estrangeiros invasores”.

Condenamos firmemente qualquer prática ilegal ou mercantilização abusiva do reconhecimento da cidadania. Esses casos isolados — frequentemente denunciados pelos próprios ítalo-brasileiros — não representam a comunidade. A grande maioria dos requerentes segue os caminhos legais, investindo tempo, recursos e apresentando documentação autêntica. É ofensivo generalizar milhões de descendentes honestos por causa de alguns intermediários sem escrúpulos.

Nos casos citados, todos os ítalo-brasileiros foram absolvidos e mantiveram a cidadania; os condenados foram apenas funcionários municipais e intermediários, por irregularidades administrativas.

O problema não reside no cidadão que exerce um direito, mas na falta de estruturas adequadas do Estado italiano para lidar com uma demanda previsível. Por décadas, o governo incentivou o reconhecimento da cidadania como forma de manter vínculo com a diáspora. Agora, diante do aumento natural dos pedidos, tenta-se culpar os descendentes em vez de modernizar o sistema. A digitalização dos arquivos e a criação de tribunais especializados seriam soluções civilizadas e eficazes.

A Argentina, por exemplo, regularizou mais de um milhão de ítalo-argentinos sem controvérsias. Por que, então, esse preconceito contra os ítalo-brasileiros, em sua maioria de origem vêneta?

A cidadania italiana não está condicionada à residência. Milhões de italianos vivem e trabalham no exterior e continuam sendo italianos. Os ítalo-brasileiros continuam sendo parte da Nação Italiana, contribuindo cultural e economicamente. Muitos investem na Itália, viajam regularmente e reforçam o prestígio internacional do país. A presença deles deve ser considerada um patrimônio humano e cultural, não um fardo administrativo.

É infundado vincular o reconhecimento da cidadania — um direito constitucional — a um eventual fracasso do PNRR (Plano Nacional de Recuperação e Resiliência). Se a justiça está lenta, isso se deve à burocracia e à falta de digitalização, e não aos cidadãos que exercem seus direitos. A Itália deve alcançar os objetivos europeus modernizando a justiça, não limitando direitos fundamentais.

Solicitar a cidadania não é oportunismo, mas reconciliação com a própria identidade — um direito constitucional e comunitário europeu.

Os ítalo-descendentes honram a memória dos antepassados que deixaram a Itália em tempos difíceis. Muitos participam da vida cultural e social italiana, criam empresas, apoiam entidades culturais e fortalecem o elo entre Itália e Brasil. A cidadania italiana não é um privilégio, mas um vínculo histórico e jurídico que o tempo não rompeu.

Reduzir o fenômeno dos ítalo-brasileiros a um “negócio obscuro” é ignorar mais de 150 anos de história comum entre Itália e Brasil. Os ítalo-brasileiros sempre contribuíram e continuam contribuindo com bilhões de euros enviados à Itália, apoiando a economia e os laços entre os dois países.

O verdadeiro desafio não é conter quem busca sua identidade, mas valorizar uma comunidade que mantém viva a cultura italiana no mundo. Nós, ítalo-descendentes, não somos hóspedes — somos filhos e parte da Itália.

Atenciosamente,
On. Luis Roberto di San Martino Lorenzato di Ivrea
Deputado da República Italiana – XVIII Legislatura
Presidente da entidade supranacional
Nazione e Popolo Italico in Esilio – Italian Commonwealth

Resposta do jornalista Claudio Del Frate

Prezado deputado, longe de mim denegrir a comunidade ítalo-brasileira, sua história e sua contribuição para o trabalho e a cultura. Toda consideração é legítima.
No entanto, o artigo destaca uma série de distorções geradas pela corrida pela obtenção do passaporte italiano. Distorções documentadas por prefeitos, magistrados, analistas do fenômeno e por investigações da magistratura — tanto na Itália quanto no Brasil. Todos foram citados no artigo. Não por acaso, a situação chegou a um ponto tal que o governo, em março de 2025, precisou intervir, restringindo de forma decisiva o acesso à cidadania italiana por parte dos oriundi.

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