Os principais jornais italianos deste sábado (18), publicaram uma carta aberta do embaixador do Brasil, em Roma, Helio Ramos, defendendo a atuação e posição do governo brasileiro no combate ao coronavírus, muitas vezes criticada no exterior.
Segundo o embaixador, em um país com desafios socioeconômicos tão complexos como o Brasil, a luta contra uma das maiores ameaças globais dos últimos tempos, o COVID-19, não pode ser considerada simplista.
O Brasil tem se esforçado para combater a pandemia em três frentes onde seus impactos se manifestam mais claramente: na saúde, na esfera social e na economia, diz ele na carta, direcionadas aos diretores de redação.
“O governo brasileiro acredita que o equilíbrio dessa tripla perspectiva contribuirá para a saúde da população, permitindo, ao mesmo tempo, garantir seu sustento neste período de pandemia”, explica Ramos.
Em outro trecho, ele disse que “o governo, por meio de medidas provisórias, leis e dezenas de outros instrumentos regulatórios, providenciou a compra de equipamentos e exames médicos, bem como o recrutamento de novos profissionais para serem incluídos no SUS, Sistema Único de Saúde, reconhecido como um dos sistemas públicos de saúde mais inclusivos do mundo”.
O coronavoucher para 50 milhões de pessoas também foi lembrado: o Governo Federal criou uma contribuição emergencial de cerca de € 110 por mês para ajudar trabalhadores informais, microempreendedores individuais e os cidadãos mais vulneráveis, para atenuar os impactos da crise econômica resultante da pandemia”.
O Brasil é maior que a Europa Ocidental e tem realidades regionais muito diferentes, lembrou o embaixador. “Determinar medidas válidas para todo o território nacional equivaleria a não considerar essa diversidade, e isso não faria sentido”, disse ele em carta.
Leia a carta na íntegra (em italiano)
Caro direttore,
In un paese con sfide socioeconomiche tanto complesse come il Brasile, la lotta contro una delle maggiori minacce mondiali degli ultimi tempi, il COVID-19, non può essere considerata in maniera semplicistica. Il Brasile ha compiuto sforzi per affrontare la pandemia sui tre fronti nei quali i suoi impatti si manifestano in maniera più chiara: nella salute, nella sfera sociale e nell’economia.
Il Governo brasiliano ritiene che l’equilibrio di tale triplice prospettiva contribuirà alla salute della popolazione, consentendo, nello stesso tempo, di garantirne il sostentamento in questo periodo di pandemia. All’inizio di febbraio, ancor prima che venisse rilevato il primo caso in Brasile e che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarasse la pandemia, il Governo brasiliano si è anticipato e ha dichiarato lo stato di emergenza in modo da consentire la tempestiva preparazione del sistema sanitario e allertare la popolazione sulle precauzioni da prendere per affrontare il virus.
Il Governo, tramite misure provvisorie, leggi e decine di altri strumenti normativi, ha provveduto all’acquisto di attrezzature mediche e test, nonché all’assunzione di nuovi professionisti da inserire nel nostro Sistema Unico Sanitario, il SUS, riconosciuto come uno dei sistemi sanitari pubblici più inclusivi del mondo.
Nella sfera sociale, abbiamo approvato, già agli inizi dello scorso mese di febbraio, una legge che istituisce strumenti per affrontare l’emergenza, anche per quanto riguarda misure di isolamento, quarantena, effettuazione obbligatoria di esami, per citare alcuni esempi. Gli stati e i comuni brasiliani sono stati orientati a prendere in considerazione l’adozione di misure che evitino gli assembramenti di persone, riducano gli spostamenti per lavoro e il flusso urbano e promuovano il telelavoro e l’istruzione a distanza. Il Governo Federale ha raccomandato, inoltre, l’adozione di misure più drastiche, come l’istituzione della quarantena, a seconda del livello di occupazione delle unità di terapia intensiva.
Tali misure sono state applicate in momenti diversi e in forme diverse in ogni regione, a seconda del rischio di contaminazione che, in un paese di dimensioni continentali come il Brasile, deve essere valutato a livello locale. Non si deve dimenticare che il Brasile è più grande dell’Europa Occidentale e presenta realtà regionali molto diverse: determinare misure valide per tutto il territorio nazionale equivarrebbe a non considerare questa diversità, e ciò non avrebbe alcun senso.
Gli impatti delle misure di distanziamento sociale sull’economia non possono essere ignorati, dal momento che salute e mezzi di sussistenza sono direttamente correlati. Pertanto, tra le varie misure economiche adottate, il Governo Federale ha creato un contributo emergenziale di circa 110 euro al mese per assistenza ai lavoratori informali, ai singoli micro imprenditori e ai cittadini più vulnerabili per attenuare gli impatti della crisi economica derivanti dalla pandemia. Il cosiddetto «coronavoucher» dovrebbe beneficiare circa 50 milioni di persone in tutto il paese. Questa nuova modalità di assistenza sociale ha una durata prevista di tre mesi. Per effettuare il pagamento dell’aiuto finanziario, la «Caixa Econômica Federal», una delle principali banche pubbliche del paese, dovrà creare circa 30 milioni di nuovi conti per quelle persone che sono ancora fuori dal sistema bancario.
Inoltre, il Governo Federale del Brasile ha esentato i consumatori a basso reddito dal pagamento delle bollette di energia elettrica. A tale iniziativa il Governo brasiliano ha destinato 160 milioni di euro. L’esenzione dal pagamento sarà in vigore dal 1° aprile al 30 giugno.
Nel descrivere in termini generali la lotta del Brasile contro la pandemia di COVID-19, ritengo importante evidenziare, infine, le specificità inerenti a ciascun paese, condizioni che dovrebbero essere tenute in considerazione dai leader nazionali nella scelta degli strumenti di contenimento di qualsiasi crisi e che, frequentemente, sono state trascurate in analisi giornalistiche prevenute sulla lotta contro il COVID-19 in altre nazioni.