Il Tribunale di Treviso, in Veneto, ha assolto mercoledì 10 luglio sei dirigenti di agenzie per le pratiche amministrative e due agenti della Polizia localeSono stati accusati di aver facilitato irregolarmente il riconoscimento di Cittadinanza italiana per circa 140 brasiliani tra il 2018 e il 2022.
La decisione garantisce il mantenimento dell' Cittadinanza italiana – nel rispetto della legge.
L'indagine, condotta da Guardia di Finanza di Treviso, ha segnalato un presunto piano per eludere le norme necessarie per la conferma della residenza dei richiedenti. Secondo la Procura, gli intermediari, proprietari di agenzie come Rotobrasil, Dts Service, Nova Cidadania e Bona Souza, hanno assistito nella traduzione, nell'organizzazione dei documenti e nel monitoraggio dei processi nei comuni.
L'atto d'accusa affermava che gli agenti dell' Polizia Locale ha convalidato le dichiarazioni di residenza a Crocetta del Montello per gli stranieri che, di fatto, non risiedevano nel comune. Ciò ha consentito di procedere con la cittadinanza anche senza dimostrare tutti i vincoli richiesti.
La difesa ha contestato le accuse
La difesa ha sostenuto che non sussisteva alcuna illegittimità, poiché la legge italiana non richiede la residenza fissa, ma solo la presenza nel territorio nazionale per il riconoscimento della cittadinanza per discendenza.
“Il mio cliente ha aiutato solo i cittadini brasiliani che volevano il riconoscimento di Cittadinanza italiana, fornendo indicazioni sia sul versante amministrativo che sulla registrazione iniziale”, ha spiegato l’avvocato Fabio Crea.
Gli avvocati hanno inoltre sottolineato che "contrariamente a quanto affermato dagli inquirenti, gli stranieri che chiedono la cittadinanza non sono tenuti a risiedere stabilmente in Italia. La legge richiede solo la loro presenza per determinare l'iter procedurale", hanno sottolineato.
I documenti presentati hanno dimostrato l'ingresso e il soggiorno dei brasiliani, escludendo qualsiasi sospetto di falsità o frode nei registri.
La decisione chiude il caso
Con la sentenza, tutti e dieci gli imputati – due agenti di polizia locale, sei titolari di agenzia e due collaboratori – sono stati assolti dal reato di travisamento ideologico. Il giudice Cristian Vettoruzzo ha stabilito che il caso "non ha luogo", ritenendo che "i fatti non sussistano".
