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Gli italiani senza cittadinanza “bussano” alla porta del governo; vogliono un cambiamento nella legge

Gli italiani senza cittadinanza “bussano” alla porta del governo; vogliono un cambiamento nella legge

Il Movimento vuole la fine del Decreto Salvini, che estendeva a 4 anni la durata della cittadinanza italiana per naturalizzazione

Il "Italiani senza cittadinanza” riavviare i motori. O meglio, non li hanno mai spenti. Il movimento dei figli e delle figlie degli immigrati è impegnato da anni in una riforma che si batte per la fine della cittadinanza ius sanguinis – attraverso il sangue giusto – per introdurre in Italia il cosiddetto ius cultura e – conoscenza della cultura locale – per ottenere il passaporte tricolore. 

Ma per ora non sono stati ascoltati. Oggi tornano nelle piazze per combattere il Decreto legge sulla sicurezza e l'immigrazione, che ha allungato i tempi – e la burocrazia – per ottenere il Cittadinanza italiana, attraverso naturalizzazione

Sono in gioco i diritti di un milione di bambini, nati o cresciuti in Italia, da genitori stranieri.

L'appello del movimento

Questa settimana, il gruppo “Italiani senza cittadinanza” ha occupato il palco di Piazza San Giovanni, a Roma, per protestare.

“Siamo più di un milione di giovani e bambini cresciuti in Italia, ma che non hanno ancora visto riconosciuta la propria identità. Siamo prigionieri dell’attuale legge del 1991 e del 1992 che regola la concessione della cittadinanza, una legge vecchia, incapace di rispondere ai bisogni di una società che è profondamente cambiata a partire dagli anni ‘90”, ha affermato Jovana Kuzman, una delle leader del movimento.

Secondo lei, dopo aver vissuto in Italia per 20 anni, deve ancora chiedere il permesso per restare nel Paese che considera casa sua. “Senza cittadinanza non esistiamo: non possiamo votare, non possiamo scegliere liberamente che lavoro svolgere e perdiamo molte opportunità di studiare all’estero”, ha affermato.

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Il gruppo chiede la fine del decreto legge varato dall'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini (dalla Lega), nel 2018. “Come movimento chiediamo innanzitutto che si revochino i decreti sicurezza. A cominciare dal tema della cittadinanza. È un peccato che, secondo il decreto sicurezza, dobbiamo aspettare altri 4 anni solo per esercitare la cittadinanza o essere cittadini di seconda classe perché la nostra cittadinanza è diventata revocabile”, ha detto Jovana.

Secondo il gruppo, le pratiche dovrebbero durare al massimo un anno, come in altri paesi europei.

"Chiediamo che la durata quadriennale delle procedure di accesso all' Cittadinanza italiana, periodo vergognoso stabilito nel 2018 dal primo decreto Salvini, venga ridotto a un anno, come già previsto in altri Paesi europei”, scrive il gruppo in un manifesto.

Secondo il dossier del movimento in Spagna, ad esempio, il tempo massimo di attesa per presentare la domanda, per legge, è di un anno e si sta cercando di ridurlo ulteriormente; in Belgio e Gran Bretagna le pratiche durano 6 mesi.”

La riduzione del termine proposta dal gruppo è in linea con i desideri dell'attuale ministro dell'Interno Luciana lamorgese, che studia il rientro da 4 a 2 anni per l'iter di concessione della cittadinanza, anche per i coniugi di italiani, la cosiddetta cittadinanza per matrimonio.  

Comprendi le differenze

Il "jus sanguinis"O"ius sanguinis" è il diritto di sangue in cui è nata la persona i cui antenati sono nati Italia, è considerato italiano fin dalla nascita.

Nel “io soli”, la cittadinanza originaria si ottiene in virtù del territorio in cui l'individuo è nato. Pertanto, la nazionalità dei genitori non ha importanza.

Già il "ius culturaeconsente agli stranieri di diventare cittadini dimostrando la conoscenza della cultura locale.

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Con informazioni da La Repubblica

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