Il Consiglio Comunale di Firenze ha approvato questo martedì (30) un nuovo testo per vietare l'assegnazione di immobili nel suo centro storico, un'area dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, per servizi di affitto a breve termine, come Airbnb.
Il veto era stato introdotto nell'ottobre 2023, ma è stato revocato all'inizio di luglio dal TAR della Toscana, con la motivazione che la norma era una modifica della vecchia normativa urbanistica di Firenze e cessava di avere validità quando non è stata menzionata nel successivo piano di zonizzazione.
Di conseguenza, il Consiglio Comunale ha dovuto votare nuovamente il provvedimento per inserirlo nel piano urbanistico. “È l’inizio di un percorso per far apprezzare la bellezza della nostra città al turismo sostenibile, ma soprattutto ai nostri cittadini”, ha detto la sindaca di centrosinistra Sara Funaro, che è entrato in carica a giugno.
L'opposizione conservatrice, invece, sostiene che il divieto sia un “attacco alle libertà private”, tesi smentita da Funaro. “Bisogna avere la libertà di approvare azioni che tutelino la nostra città e i nostri cittadini”, ha aggiunto il sindaco, sottolineando che il turismo di massa è diventato “emergenza” nel capoluogo toscano, una delle mete più visitate d'Italia.
Il divieto è il più severo del Paese nei confronti di servizi come Airbnb e si applica solo alle proprietà che attualmente non sono destinate ad affitti a breve termine; quelle già registrate non saranno interessate.
La divulgazione di piattaforme di questo tipo è vista come direttamente responsabile del depauperamento demografico dei centri storici delle grandi città di tutto il mondo. L'aumento della disponibilità di immobili per i turisti crea una carenza di offerta per contratti a lungo termine, aumentando i prezzi degli affitti e costringendo i residenti a cercare regioni più lontane. (ANSA)