Abbandonate da 60 anni, le case, ridotte a rudere, verranno ristrutturate e donate ai nuovi residenti
Dimenticate le case a 1 euro. Nell'affascinante Toscana, in Italia, un progetto innovativo promette di restaurare le case di un borgo medievale, ormai ridotte a ruderi, e di metterle a disposizione dei futuri residenti, gratuitamente.
Brento Sanico, che in lingua germanica significava “protetto dal tempo”, è in disuso a partire dagli anni '1960.
Soprannominato il “Borgo Fantasma della Toscana”, il borgo è ben nascosto agli occhi dei residenti locali. Ma non da don Antonio Samorì, sacerdote che ha deciso di ricostruire il paese con la forza dei volontari e con l'idea di mettete a disposizione le vostre case, praticamente gratuitamente, per coloro che vogliono adottare uno stile di vita bucolico e, logicamente, continuare la tradizione locale.
“Durante le riprese del villaggio ho incontrato due giovani che hanno parlato con Don Antonio e hanno mostrato interesse a vivere nel villaggio. Sembra anche che il sacerdote sia in contatto con altre coppie, il che sarebbe perfetto, visto che il suo sogno è ricreare un complesso residenziale”, spiega il regista Tommaso Tucci, sottolineando l'unicità di questo progetto.

Negli ultimi anni c'è chi, affascinato dalle peculiarità del luogo, dalla sua atmosfera e dalla sua storia, sta lavorando per riportare la vita al villaggio.
buoni amici
La prima è stata Anna Boschi, appassionata di montagna e guida volontaria di gruppi di escursionisti, ha visitato Brento Sanico per la prima volta nel 1998.
Tre anni fa, quando ha scoperto che il borgo era ancora più degradato, Boschi è intervenuto per proteggere almeno la piccola chiesa del XV secolo.
Dopo un primo intervento da parte di un gruppo di amici e conoscenti liberare il villaggio dai cespugli, rendendola più accessibile, si affiancò a Don Antonio, con la missione di restaurare la Chiesa. Il sacerdote quindi andò oltre: la sua intenzione era quella di ricostruire l'intero villaggio, composto da sei case.
“Gli abitanti di Brento Sanico vivevano di pastorizia, piccola agricoltura e raccolta di castagne. Mi piacerebbe vedere rinascere il villaggio. Sono figlia di contadini e ricordo la vita che vivevano i miei nonni, con tanta fatica, ma anche con profonda serenità. Questo mi fa venir voglia di dare a qualcuno la possibilità di vivere così”, sogna Anna Boschi.
Città di nobili
Il luogo, abitato nel corso della storia da tribù liguri, umbre, etrusche e romane, appartenne nel Medioevo alla nobile famiglia degli Ubaldini. Fu un noto punto di passaggio fino alla metà dell'Ottocento, essendo situato in prossimità dell'unica strada che collegava la Toscana all'Emilia Romagna.
Con la costruzione di nuove strade e l'arrivo della modernità, però, il borgo perse progressivamente la sua importanza, venendo completamente abbandonato negli anni '1960.
Per ora il progetto procede a rilento grazie a volontari che offrono il loro tempo libero.
Sei interessato? Se desideri maggiori informazioni scrivi a: [email protected]
