È arrivato il primo blocco alle esportazioni di insaccati e carne di maiale prodotti in Italia. A scopo precauzionale è stata annunciata la cancellazione degli acquisti di prodotti dall'Italia dopo la scoperta di nuovi casi di peste suina africana.
Svizzera, Cina, Giappone, Taiwan e Kuwait hanno annunciato le prime restrizioni.
La peste suina africana (PSA) è una malattia altamente contagiosa che, tuttavia, non viene trasmesso all'uomo, ma solo tra suini e cinghiali, causando notevoli danni alla filiera.
A rischio è la produzione di prodotti tipici, come salumi, salsicce e prosciutti crudi italiani, come Parma, Per esempio.
E il fatto che la Cina sia stata tra i primi Paesi ad adottare misure restrittive è in gran parte giustificato dal fatto che negli ultimi mesi Pechino ha dovuto combattere una gravissima epidemia di peste suina africana, che ha portato all’abbattimento di decine di milioni di animali, creando un divario di offerta in Asia.
L'Associazione Italiana Agricoltori Coldiretti ha affermato di aver più volte messo in guardia contro il pericolo della moltiplicazione dei cinghiali, che oggi nel paese ammontano a 2,3 milioni.
La malattia è altamente contagiosa e spesso letale per i maiali ed è endemica dell'isola di sardegna dagli anni '1970, secondo l'AFP.
Il ceppo trovato in Italia corrisponde a quello che circola in Europa dal 2007, ha affermato l'Organizzazione mondiale per la salute animale.
“L’anno scorso l’export del settore suinicolo ha generato oltre 1,5 miliardi di euro, di cui 500 milioni di euro destinati ai mercati extra Ue”, ha commentato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
