Il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ha dichiarato giovedì scorso (30) che l'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica in Roma contro di essa potrebbe causare danni al Paese.
Il capo del governo italiano è finito nel mirino della Procura della Repubblica a causa del controverso rilascio e della deportazione del comandante Osama Almasri Njeem, nei pressi di un mandato di arresto della Corte penale internazionale (CPI) per presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità in Libia.
"Quello che sta accadendo sta danneggiando il Paese e le sue opportunità, mi fa impazzire. Agli italiani dico: finché ci sarete voi, ci sarò anch'io. "Finché gli italiani saranno con me non ho intenzione di cedere di un centimetro", ha dichiarato il premier durante un evento organizzato dal giornalista Nicola Porro a Milano.
Meloni ha aggiunto che chiunque altro si trovasse nella sua situazione sarebbe rimasto scoraggiato dall'episodio.
"Chiunque si trovasse nella mia situazione si sentirebbe un po' scoraggiato nell'imbattersi in questa storia. "L'azione è stata chiaramente intenzionale", ha valutato il politico.
Ad annunciare l'indagine è stata la stessa Meloni, che, in un video sui social, ha affermato di aver ricevuto un “warranty Notice”, cioè una notifica di apertura di un'indagine, dal pm Francesco Lo Voi.
I sospetti sono di favoritismo e appropriazione indebita, secondo il premier, e nell'inchiesta sono coinvolti anche i ministri della Giustizia, Carlo Nordio, che non avrebbe chiesto che Almasri fosse tenuto in carcere, e dell'Interno, Matteo Piantedosi, responsabile della ordine di espulsione, così come il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano. (ANSA)
