La polizia di Como, nel nord Italia, ha arrestato due persone nell'ambito di un'indagine per presunta frode nel riconoscimento di Cittadinanza italiana per i brasiliani.
Gli indagati sono un dipendente dell'anagrafe del Comune di Uggiate-Trevano, comune di 4,9 abitanti della provincia di Como, in Lombardia, Isabella Barellie il brasiliano Cinthia Roberta Gonçalves, proprietario di Incetti Cittadinanza italiana Ltda, con sede a São José/SC, e residenti in Ticino, cantone svizzero di lingua italiana, entrambi posti agli arresti domiciliari. I nomi sono stati rilasciati da Espandi la televisione.
Sono indagate anche altre quattro persone, tutte proprietarie di immobili in cui i richiedenti la cittadinanza avevano registrato una residenza fittizia, ma non sono state sottoposte a misure cautelari. Le accuse a carico degli indagati sono falsificazione di atto pubblico e falso ideologico.
Secondo l'inchiesta sarebbero almeno 171 i brasiliani che avrebbero ottenuto il permesso Cittadinanza italiana per diritto di sangue (jus sanguinis) attraverso la dichiarazione fittizia di residenza a Uggiate-Trevano.

L'intermediario brasiliano, secondo la polizia, ha chiesto 3,5 euro (21,4 R$) per organizzare l'arrivo in Italia, ottenere la certificazione di residenza e l'iscrizione all'anagrafe, con l'aiuto dell'impiegato comunale, il tutto in tempi più brevi del solito.
L'indagine è nata dopo la denuncia di un altro dipendente del Comune di Uggiate-Trevano, rimasto sorpreso dal gran numero di brasiliani in arrivo nella città, situata al confine con la Svizzera.
Negli ultimi anni, la polizia e il Pubblico Ministero hanno smantellato diverse bande che praticavano corruzione e frode nei processi di riconoscimento. Cittadinanza italiana jus sanguinis, che coinvolge soprattutto i brasiliani.
Il problema più frequente è proprio la questione della residenza. Per ottenere il riconoscimento in Italia è necessario dimostrare di vivere nel Paese, il che richiede un soggiorno relativamente incerto, ma che può durare circa tre mesi.
Tuttavia, alcuni intermediari vendono l'idea che questa fase possa essere completata rapidamente o senza la necessità della presenza permanente del candidato sul suolo italiano, il che è contrario alla legge. (Con informazioni ANSA ed Espansione TV)
