Alla vigilia del referendum in Italia sull'allentamento delle norme sulla cittadinanza per durata della residenzaI leader della comunità ribadiscono l'appello a un voto consapevole. Tra loro c'è Elisangela Batista Da Silva, che vive nel Paese da oltre 25 anni e guida un'associazione di sostegno agli immigrati, Bem (Brasiliani a Milano). Per lei, il "no" potrebbe avere un impatto diretto sulla comunità brasiliana.
"Quando dici 'voterò no', non stai solo creando una barriera contro gli africani o gli arabi, ma anche contro i brasiliani stessi", afferma.
La proposta referendaria prevede la riduzione da dieci a cinque anni del periodo minimo di residenza legale, continuativa e ininterrotta richiesto per presentare domanda di Cittadinanza italianaNonostante la mobilitazione dell’estrema destra contro il provvedimento, Elisângela ricorda che molti brasiliani scelgono l’Italia per vivere in modo stabile.
"Abbiamo brasiliani, americani, canadesi e messicani che vogliono vivere in Italia. Sono persone che vogliono mettere radici, non solo passare di lì", aggiunge.
Sottolinea che la proposta di legge mantiene requisiti rigorosi, come la prova del reddito minimo, la conoscenza della lingua italiana e la fedina penale pulita. Sottolinea inoltre che il referendum rappresenta anche una difesa dei diritti degli immigrati in materia di lavoro.
"Questo referendum, in particolare i primi quattro quesiti, è una difesa dei lavoratori. Anche se oggi siete in Brasile, vostro figlio potrebbe decidere di venire domani e diventare un lavoratore. Vorrei che fosse tutelato come si deve", spiega.
La leader della comunità ha condiviso la sua esperienza con il sistema del lavoro italiano. Dopo aver subito un incidente sul lavoro, sta attualmente affrontando una battaglia legale per il riconoscimento dei suoi diritti. "Ho avuto un incidente mentre lavoravo in una cooperativa Amazon. Mi sono rotta la spalla, l'omero, la clavicola e tre tendini. Devo andare in tribunale per ottenere il riconoscimento dei miei diritti", racconta.
Per lei, il momento richiede più empatia e meno giudizi. Elisângela è preoccupata per l'aumento di discorsi che dividono gli immigrati in "meritevoli" e "opportunisti".
"La nostra guerra non dovrebbe essere contro un altro essere umano che cerca di sopravvivere. Se sono discendente di qualcuno che è fuggito dalla povertà, perché dovrei chiudere la porta a qualcuno che arriva oggi?", conclude.
Il referendum si terrà in Italia l'8 e il 9 giugno. Gli italiani all'estero voteranno per posta.

Se approvato, il referendum non concederà automaticamente la cittadinanza. Oltre a cinque anni di residenza legale continuativa e ininterrotta, la procedura richiederà la prova di un reddito minimo, la fedina penale sporca, la conoscenza della lingua italiana e comporterà un'analisi che potrebbe durare più di due anni.
