Ex ministro, segretario, consigliere e ambasciatore di San Paolo, Andrea Matarazzo (PSD) si è candidato questa settimana, ma non in Brasile: il politico cercherà di farsi eleggere al Senato italiano nella circoscrizione sudamericana.
La legislazione del Paese europeo dedica tre seggi al Congresso agli italiani che vivono nel continente: due deputati e un senatore, eletti dalla comunità locale. Lì le elezioni sono state anticipate a settembre con lo scioglimento del Parlamento in seguito alle dimissioni del primo ministro Mario Draghi.
I discendenti degli italiani possono votare o candidarsi purché abbiano la cittadinanza, riconosciuta indipendentemente dalla generazione. Il nonno di Matarazzo è nato in Italia.
À Foglio dice di essere sconvolto dal momento politico in Brasile e concentrato nel “mostrare il Roma l'importanza degli italo-brasiliani”. Sconfitto alle ultime elezioni in Brasile – ha lasciato il PSDB nel 2016 in occasione delle elezioni di San Paolo ed è emigrato nel PSD, per il quale non è stato eletto vicesindaco quell’anno né sindaco nel 2020 –, si candiderà in Italia per il Partito Socialista. L’estrema destra è la favorita alle elezioni.
Cosa ha fatto il Sig. permetteteci di scambiare la travagliata politica brasiliana con la caotica politica italiana? Roma È più tranquillo di Brasilia?
Direi che è diverso. La comunità italiana in Brasile insisteva che fosse un momento importante per la mia candidatura. Dobbiamo mostrare al Congresso italiano la qualità della nostra rappresentanza.
Gli italiani all'estero sono italiani come tutti gli altri, ma non hanno ancora questa sensazione, perché molti appartengono alla quarta o quinta generazione di discendenti.
Hai mai pensato di candidarti in Brasile quest'anno?
No. Ho deciso di prendermi un po' di tempo, per rinfrescarmi e analizzare gli scenari. Il mio tipo di discorso non è adatto all’attuale momento brasiliano.
Sig. È stato leader dell'opposizione a Fernando Haddad (PT) a San Paolo. Oggi è candidato al Senato italiano per il Partito Socialista, affiliato al Partito Democratico di centrosinistra e simpatizzante del PT ed ex presidente Lula.
Cercavo un partito che avesse una buona struttura in Sud America – e il PD ha una struttura in Argentina, Venezuela, Uruguay e Brasile. Ho anche cercato i sottotitoli che avessero allineamenti con i quali ero già affiliato. Il PSI ha quel nome ma è l'attuale socialdemocrazia italiana.
Quando il sig. era ambasciatore in Italia, il primo ministro era Silvio Berlusconi. Da allora è stato condannato per corruzione e ha perso il diritto di candidarsi. Ora guida uno dei partiti della coalizione favorita alle elezioni.
Oggi Berlusconi Lui è una delle ali del centrodestra, è maturato tantissimo. L’Italia aveva Matteo Salvini come primo ministro [il politico era in realtà vicepremier e ministro degli Interni], che se la cavò malissimo. Berlusconi ha svolto il suo ruolo; fece importanti riforme, ma ebbe i suoi problemi.
Come vede la possibilità di un governo guidato dall'estrema destra Giorgia Meloni?
melone Viene da un'estrema destra diversa, che ha bandiere con le quali non mi identifico, come l'antieuropeismo. Per quanto riguarda l’immigrazione, dovrei vivere in Italia per parlare di normative, ma questo tema va considerato. Non puoi essere contro l'immigrazione; Queste sono linee guida radicali per il momento attuale.
In Italia il Parlamento è molto equilibrato tra le due ali e sono composte l'una dall'altra, questa è la grande differenza. L’ultimo governo [del primo ministro Mario Draghi] è stato equilibrato e positivo.
Cosa spiega la perdita di forza di acronimi tradizionali come PD?
La politica italiana si sta ricostruendo con una nuova leadership. Il Movimento 5 Stelle, ad esempio, si è rivelato fragile e non ha avuto risultati. Oggi la società vuole risultati più che ideologie, ma è difficile ottenerli a breve termine in un mondo travagliato e turbolento.
La politica dovrà adattarsi a queste circostanze. L’intero sistema politico e partitico dovrà essere cambiato se non si vuole travolgerlo. Ma non possiamo mai rinunciare alla democrazia e al suo miglioramento.
La comunità italiana in Sud America è generalmente rappresentata al Congresso italiano da argentini. Come intendi batterli?
È necessaria una coalizione ben strutturata, con un rapporto con la società locale. Un punto fondamentale è mostrare agli italiani che vivono in Brasile l’importanza del voto. Ci sono cose che si possono fare, ad esempio, per facilitare l’ingresso dei giovani nelle università europee. Voglio portare anche dall'Italia al Brasile le buone politiche pubbliche, quelle legate agli anziani.
Oggi ci sono 50 milioni di italiani fuori dall'Italia; Quasi la popolazione italiana. Ho l’obbligo di mostrare loro l’importanza di questa comunità. Il più grande produttore di arance del mondo è nipote di un italiano [José Luis Cutrale], anche il più grande produttore di alcol e zucchero [Rubens Ometto].
I brasiliani di origine italiana lamentano che i consolati impiegano troppo tempo per programmare i processi di cittadinanza.
La legislazione deve semplificare la vita ai consolati e fornire loro gli strumenti per servire meglio la popolazione. È inutile criticare il consolato; ha la struttura consentita dalla legge.
Nelle elezioni brasiliane, chi sosterrà?
Considero le elezioni molto polarizzate. Volevo vedere la gente discutere di un progetto per il Paese. Sono molto dispiaciuto, il Brasile e il mondo hanno diversi problemi e stiamo litigando a destra e a manca. Sto pensando e discutendo con Gilberto Kassab [presidente del PSD], che le cose le sa.
Raggi X | Andrea Matarazzo, 65 anni
Imprenditore, è stato ministro delle Comunicazioni nel governo FHC e ambasciatore del Brasile in Italia tra il 2001 e il 2002. Da allora è stato segretario comunale e consigliere comunale a San Paolo. Si candidò a sindaco nel 2020. Oggi è presidente della Matarazzo Holding e direttore della Fiesp.
Agenzia Folha
