Il progetto mira a ripensare l'architettura delle Alpi dal punto di vista del cambiamento climatico
Non solo belli da vedere, ma anche perfettamente integrati nel contesto ambientale, economico e sociale. Questo è ciò che un progetto cerca rivitalizzare le aree alpine piemontesi, nel nord Italia.
Recentemente completato, lo studio di Abitudine.A, insieme alla Francia, si propone di ripensare l'architettura di montagna, basandosi sulla prospettiva del cambiamento climatico.
L'iniziativa rientra nel programma europeo di cooperazione transfrontaliera tra i due Paesi, e ha ricevuto un finanziamento di 660mila euro, tra fondi Europei e finanziamenti nazionali.
Il responsabile dello studio è l Ordine degli Architetti di Cuneo, che ha sviluppato l'attività in collaborazione con diversi beneficiari, partner istituzionali e tecnici italiani e francesi.
“È un passo importante che amplia il concetto di sostenibilità”, spiega l'architetto Claudio Bonicco.
Secondo lui, il progetto mira a sviluppare la regione in linea con lo stile e i materiali della tradizione locale, costruiti secondo i più moderni standard di risparmio energetico, in armonia con il territorio che li ospita.
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E dieci strutture modello localizzate in aree rurali, individuate in Piemonte, tra Italia e Francia, rappresentano tutto questo, e potrebbero essere un ottimo biglietto da visita per il rilancio di queste zone, contrastando lo spopolamento.
“Per definire i nuovi parametri è stata effettuata una mappatura di 80 architetture, di cui ne sono state selezionate dieci, considerate esemplari in quanto presentano già alcune caratteristiche che rendono responsabile un edificio”, prosegue Bonicco.
Le dieci architetture sono diventate così “testimonianze” del cambio di paradigma per la costruzione e la ristrutturazione.
Tra questi c'è il borgo Valliera di Castelmagno, esempio di valorizzazione anche ai fini della produzione di formaggi tradizionali.
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