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In Italia si trovano armi da guerra del 540 a.C

Gli oggetti scoperti descrivono un periodo in cui l'Italia fu colonizzata dall'antica Grecia

Scavi nel Parco Archeologico di Paestum e Velia, in Italia, ha rivelato elementi che hanno sorpreso anche gli archeologi, nei risultati ottenuti in anticipo da favorito.

Tra i reperti rinvenuti, elmi e armi che potrebbero essere bottino di guerra della mitica battaglia navale di Alália, avvenuta tra il 540 a.C. e il 535 a.C. sulle coste della Corsica, in Francia, tra i greci focesi e l'alleanza etrusco-cartaginese . Con la sconfitta dei Focesi furono costretti ad abbandonare il territorio e si rifugiarono a Vélia, oggi parte della Campania.

Oltre ai pezzi di guerra, le mura e il resti di un tempio ancora più antichi di quanto si credesse, così come le ceramiche dipinte.

In Italia si trovano armi da guerra del 540 a.C
Durante gli scavi in ​​un parco archeologico sono stati rinvenuti oggetti storici | Ciclo continuo

I lavori del parco sono iniziati nel luglio 2021 sull'acropoli dell'antica Hyele (come era conosciuta Velia), colonia fondata nel 540 a.C. dai Greci Focesi, abili e potenti mercanti originari di Asia Minore.

Al di sotto del già noto tempio greco sono stati rinvenuti i resti di una struttura religiosa ancora più antica, di forma rettangolare e di notevoli dimensioni (18 metri di lunghezza per 7 di larghezza) con pavimento in terra battuta.

È probabile che il sito sia stato edificato in onore della dea Atena e la costruzione sarebbe avvenuta prima che i Greci conquistassero la regione che oggi si trova tra Punta Licosa e Palinuro, in provincia di Salerno, e divenne fondamentale per la Magna Grecia, come veniva chiamato il sud della penisola italiana.

In Italia si trovano armi da guerra del 540 a.C
Durante gli scavi in ​​un parco archeologico sono stati rinvenuti oggetti storici | Ciclo continuo
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Secondo gli archeologi, le “sorprese” più grandi sono state trovate all’interno di questa struttura. Secondo uno dei responsabili della ricerca, Francesco Scelza, vi sarebbero apparsi elementi architettonici in terracotta, nonché frammenti della decorazione del tempio realizzati magistralmente da specialisti della vicina Cuma (considerata la più antica colonia greca d'Occidente).

Sono stati rinvenuti anche pezzi di tegole, vasi e ceramiche dipinte, tutte con l'acronimo “ire”, che significa “sacro”. Nel sito è stato ritrovato un mucchio di armi consacrate in bronzo e ferro.

Le prime ipotesi indicano che le armi e gli elmi fossero offerte ad Atena e, tra i pezzi recuperati, vi sono elementi che potrebbero costituire anche uno scudo etrusco.

Durante gli scavi in ​​un parco archeologico sono stati rinvenuti oggetti storici | Ciclo continuo

Entrambi i caschi sono in ottime condizioni considerando il tempo in cui sono rimasti sepolti. Ora gli esperti intendono condurre ricerche più approfondite sui due pezzi per verificare se esiste qualche identificazione di chi li ha utilizzati, come era comune in quel periodo.

“La sorpresa più emozionante è avvenuta lì perché uno degli elmi recuperati è di chiara origine etrusca”, ha detto il direttore nazionale dei Musei italiani, Massimo Osanna.

L'epoca di fondazione di questo tempio (tra il 540 e il 530 a.C.) lo colloca poco dopo la battaglia che costrinse i Focesi ad abbandonare Alália, e la chiara provenienza di almeno parte delle armi rinvenute, evidenzia Osanna, “rende plausibile l’ipotesi che si tratti davvero del bottino di quella storica battaglia”

Durante gli scavi in ​​un parco archeologico sono stati rinvenuti oggetti storici | Ciclo continuo

Il regista ricorda che, insieme al conflitto di Cuma del 474 a.C., i due scontri “cambiarono gli equilibri di forza” nel Mar Mediterraneo. Mentre ad Alália i Greci persero, a Cuma furono loro a sconfiggere gli Etruschi. “Ciò getterà nuova luce su questa affascinante pagina di storia antica”, ha concluso.

Il ministro italiano della Cultura, Dario Franceschini, ha celebrato anche la scoperta e ha sottolineato l'importanza di “continuare a investire con convinzione nella ricerca archeologica che non smette mai di ritornare pezzi importanti della storia del Mediterraneo". (Ansa)

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