Il Comites di Losanna in Svizzera ha chiesto la revisione costituzionale della nuova legge sulla cittadinanza italiana, in particolare dell'articolo 3-bis della legge n. 91 del 1992. La legge recentemente approvata stabilisce che le persone nate all'estero e in possesso di un'altra cittadinanza non sono più considerate italiane. iure sanguinis, salvo casi specifici.
Secondo l'agenzia di stampa FACILE, l'opposizione è stata formalizzata mediante una lettera firmata dal presidente delle Commissioni, Michele ScalaIl documento è stato inviato alla Commissione Europea e al Consiglio d'Europa.
Secondo Scala, la modifica legislativa è "ingiusta e discriminatoria", soprattutto per i discendenti di italiani residenti in Europa. Ritiene che la nuova norma violi il principio di uguaglianza e i trattati internazionali sulla nazionalità e sui diritti umani.
L'Unione Europea deve valutare la possibile violazione dei diritti
La critica più enfatica dei Comitati (Comitati degli Italiani all'Estero) fa riferimento alla possibile incompatibilità della nuova legge con il diritto dell'Unione Europea. Scala sostiene che la perdita automatica dell' Cittadinanza italiana implicherebbe anche la perdita della cittadinanza europea, con ripercussioni dirette sulla libertà di circolazione, sul diritto al lavoro e sulla tutela consolare.
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ULTERIORI INFORMAZIONILa lettera evidenzia inoltre la potenziale violazione del principio di proporzionalità e del superiore interesse del cittadino europeo, che costituiscono i fondamenti giuridici dell'UE. Cita inoltre articoli della Costituzione italiana, come l'articolo 22, che vieta la revoca della cittadinanza per motivi politici, e la Convenzione europea sulla cittadinanza, firmata nel 1997.
Tra le richieste specifiche figurano l’apertura di una procedura di verifica di costituzionalità e il riconoscimento automatico del diritto alla cittadinanza per chi abbia già avviato il procedimento amministrativo o giudiziario prima della scadenza del termine. 27 marzo 2025.
"La cittadinanza non è solo un atto burocratico", ha affermato Scala. "È il riconoscimento di un profondo legame con la nostra storia nazionale. Rompere questo legame significa negare una parte essenziale della nostra identità collettiva".
