Durante l'assemblea plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), tenutasi presso la sede del Ministero degli Affari Esteri, in Roma, questo lunedì 16 giugno, i consulenti hanno chiesto al ministro Antonio Tajani più dialogo e revisione della nuova legge Cittadinanza italiana.
Tajani ha difeso la riforma definendola “necessaria” e ha affermato che il testo è “migliorabile”, anche se ha già “messo ordine” nei consolati.
All'incontro ha partecipato la Segretaria Generale del CGIE, Maria Chiara Prodi, che ha auspicato un approccio legislativo più inclusivo e trasparente. "La cittadinanza era già una priorità per noi. Stavamo elaborando una proposta che speriamo possa essere ripresa, perché più semplice: una legge sulla cittadinanza che riconosca fino alla terza generazione e che dimostri un legame autentico con l'Italia attraverso la cultura", ha affermato.
Prodi ha criticato però l'esclusione di CGI discussioni e ha ribadito che le decisioni sull'appartenenza richiedono un ascolto attivo delle comunità. "Conosciamo i problemi esistenti e vogliamo capire come sono stati affrontati. Vogliamo sapere quale visione del futuro si cela dietro la cittadinanza. Abbiamo mantenuto lo ius sanguinis, ma non siamo entrati nello ius soli", ha sottolineato. Ha inoltre respinto qualsiasi "attacco alla doppia cittadinanza" e ha chiesto chiarimenti sulla "trasferibilità" del diritto.

Secondo il Segretario Generale, "le decisioni sono state prese senza la nostra partecipazione e sono decisioni che causano confusione e frustrazione nelle nostre comunità". Prodi ha anche affermato che il CGIE intende rivedere le nuove disposizioni: "il futuro dei nostri figli ci riguarda direttamente. La nostra collaborazione è piena. Dobbiamo essere considerati alleati".
In risposta, Tajani ha ricordato i problemi precedenti alla riforma. “In molti paesi, il Cittadinanza italianaC'erano agenzie che fornivano documenti falsi. C'erano i "venerdì neri" per la cittadinanza in Argentina e Brasile. Ho trascorso molto tempo all'estero come italiano, so cosa significa essere italiano, e la cittadinanza è una cosa seria."
Per il ministro, “la cittadinanza non è solo avere un passaporte in tasca. Bisognava fare qualcosa." Ha affermato che il testo del governo era già stato modificato e migliorato in Parlamento e che "tutto poteva essere migliorato". "Era ora di porre fine agli abusi. Molte persone stavano lucrando sull'italianità".
I 63 consiglieri del CGIE proseguiranno le discussioni sugli ordini del giorno in Roma fino al 20 giugno. Martedì 17 saranno ricevuti dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Palazzo del Quirinale.
