Una recente sentenza del Tribunale di Campobasso, emessa il 1° maggio 2025, ha riacceso la speranza di migliaia di discendenti di italiani che chiedono il riconoscimento della cittadinanza. La decisione ha respinto l’applicazione retroattiva del decreto-legge n. 36/2025, noto come “Decreto Tajani”, come voleva il Ministero dell’Interno.
Gli autori dell'azione, italoamericani, con processo iniziato prima dell'entrata in vigore del decreto, ha ottenuto il riconoscimento da Cittadinanza italiana. Il giudice ha inoltre condannato il Ministero dell'Interno al pagamento delle spese processuali, evidenziando che il decreto non prevede espressamente la retroattività delle nuove norme.
Il tentativo del governo di limitare la cittadinanza a sole due generazioni nate all'estero è stato ritenuto incompatibile con il principio di ius sanguinis, tuttora vigente nell'ordinamento italiano. Nella sentenza è stata respinta anche la richiesta di sospensione del procedimento fino alla sentenza della Corte Costituzionale. – previsto per il 24 giugno – rigettando la tesi di incostituzionalità della legge n. 91/1992, che regola la materia.
Il Ministero dell'Interno aveva chiesto l'immediata applicazione del decreto e la sospensione del procedimento, adducendo un'eccezione di incostituzionalità pendente dinnanzi alla Corte Costituzionale presentata dal Tribunale di Bologna. Tuttavia, il giudice di Campobasso ha ritenuto che tali argomentazioni non giustificano l'interruzione del riconoscimento della cittadinanza.
“Si tratta di una prima pronuncia, ancora parziale, ma fondamentale, di un Tribunale italiano sul decreto legge n. 36/2025, a poche settimane dalla sua approvazione, e che può rappresentare un monitora (avviso) importante sia per il Parlamento sia per le altre Corti italiane”, ha affermato in una nota l’avvocato Marco Mellone, che segue il caso.
Per il senatore Francesco Giacobbe (Partito Democratico), la decisione rappresenta una conferma della sua posizione politica: “Questo è esattamente ciò che ho difeso in Commissione Affari Costituzionali. Una norma che colpisce migliaia di persone che erano già nel legittimo processo di Cittadinanza italiana".

Il parlamentare sottolinea che il decreto deve essere riscritto: "È inaccettabile dividere le famiglie, concedendo la cittadinanza a un figlio e negandola al fratello. È una chiara ingiustizia e continuerò a battermi per bloccare questo decreto".
La sentenza del Tribunale di Campobasso costituisce un precedente rilevante. Sebbene riguardi esclusivamente un procedimento avviato prima dell'emanazione del decreto, l'interpretazione del giudice funge da precursore di ciò che potrebbe accadere nei processi futuri. La netta posizione della Corte contro la retroattività tende a condizionare altre corti e rafforza le critiche già sollevate nel Parlamento italiano.
La sentenza può essere scaricata qui: Sentenza – Tribunale di Campobasso
