Senatore Mario Borghese, vicepresidente della Movimento Associativo Italiani all'Estero (MAIE), ha nuovamente criticato il decreto legge sulla cittadinanza recentemente convertito in legge dal Parlamento italiano. A suo dire, il provvedimento era accompagnato da una campagna mirata ad attaccare gli italiani residenti all'estero.
“Per giustificare la necessità e l’urgenza del decreto legge è stata organizzata una campagna contro presunti acquisti di cittadinanza ancora da provare e che probabilmente non sono mai avvenuti, certamente non nelle proporzioni rivelate”, ha dichiarato. Borghese.
Il parlamentare sostiene che questa narrazione è stata articolata per generare sfiducia nei confronti delle legittime richieste di riconoscimento Cittadinanza italiana per discendenza, i cosiddetti iure sanguinis.
Ha anche sottolineato il tentativo del governo di collegare questo diritto all'uso del passaporto da parte degli stranieri in Asia. "Inoltre, è stata deliberatamente creata un'associazione tra il rilascio di visti agli stranieri residenti in Asia e il riconoscimento della cittadinanza per diritto di sangue, cosa per la quale non vi è alcuna prova di irregolarità", ha affermato.
Borghese ha sottolineato che il MAIE era contrario al decreto in Parlamento e auspicava che i danni fossero riparati. "Spero che gli effetti causati dal decreto legge respinto dal MAIE in Parlamento siano presto corretti".
Un altro punto di critica del senatore è il nuovo tassa di 250 euro per il rilascio del certificato di cittadinanza ai minorenniSottolinea che tale tariffa non è prevista nel testo di legge.
«Si tratta di una tassa imposta senza alcuna base nel decreto, forse con l'unico obiettivo di rendere più difficile il processo per le famiglie con meno risorse e di scoraggiarle, come se la cittadinanza per diritto di sangue non fosse un diritto sacro», ha concluso.
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