Il generale e l'eurodeputato Roberto Vannacci, dalla Lega, pubblicato domenica 4 maggio, un articolo duro – sul quotidiano Libero Quotidiano – contro il referendum previsto per giugno in Italia.
La proposta, promossa da partiti e associazioni di sinistra, mira a ridurre il periodo minimo di residenza legale richiesto per ottenere un Cittadinanza italiana.
Per Vannacci il provvedimento non risponde a nessuna reale esigenza del Paese. "Non c'è alcuna urgenza politica, né ragione legale o sociale", ha scritto. Secondo lui, nel 2022 la legislazione vigente ha già garantito 210 mila nuove cittadinanze, il numero più alto nell'Unione Europea.
Il militare sostiene che l'obiettivo nascosto della proposta è quello di ampliare l'elettorato progressista. "È l'ennesimo tentativo di vendere l'identità italiana in cambio di voti", ha detto. Mette inoltre in discussione l'idea che la cittadinanza faciliti l'integrazione. «Altri Paesi europei dimostrano che l’accesso rapido alla cittadinanza non impedisce la formazione di ghetti o la radicalizzazione», ha scritto su Libero Quotidiano.
L’eurodeputato sostiene che lavorare e pagare le tasse non vanno confusi con un “diritto automatico” alla cittadinanza. «Pagare le tasse è un obbligo, non un merito», afferma. Egli sostiene che la cittadinanza dovrebbe essere un “punto di arrivo” e non un punto di partenza: un riconoscimento e non un semplice fatto burocratico.

Secondo Vannacci, la concessione della cittadinanza deve essere un atto giudizioso, rivolto a chi dimostra una vera integrazione culturale, civica e linguistica. “È dovere dello Stato valutare se il nuovo cittadino sarà un vantaggio o un peso per la comunità.”
Infine, il generale accusa la sinistra di voler manipolare il dibattito pubblico con discorsi di inclusione e civiltà. Per lui il vero obiettivo è estendere il diritto di voto degli stranieri alle elezioni nazionali.
A proposito del referendum
Domenica 9 giugno 2025 gli italiani andranno alle urne per votare un referendum che propone di ridurre da dieci a cinque anni il periodo minimo di residenza legale richiesto per richiedere un Cittadinanza italiana.
Il referendum sulla cittadinanza è stato indetto dopo una campagna promossa dal partito centrista Mais Europa, che difende politiche di integrazione degli immigrati nella società italiana e ha raccolto oltre 600 firme a sostegno della causa.
Attualmente, gli stranieri maggiorenni possono presentare domanda di cittadinanza dopo aver risieduto ininterrottamente in Italia per un decennio, ma il referendum deciderà se il Paese dovrà ridurre questo periodo a cinque anni, come era fino al 18.
Il voto, tuttavia, non riguarda il progetto promosso dal partito di governo Forza Italia (FI), guidato dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, di imporre restrizioni al principio dello ius sanguinis (diritto di sangue) per le persone di origine italiana.
