Due diplomatici italiani, un imprenditore bengalese e un collaboratore sono accusati presso un tribunale italiano di aver organizzato una truffa per la vendita di visti presso l'ambasciata italiana a Dhaka, capitale del Bangladesh. Il caso è iniziato il 15 ottobre. Roma, secondo il quotidiano il Giornale.
La denuncia è arrivata dal parlamentare italiano Andrea di Giuseppe, eletto all'estero dal partito Fratelli d'Italia (FdI). Il parlamentare è stato avvicinato dall'imprenditore Islam Nazrul, proprietario di un ristorante a Roma, che cercò di corromperlo. Al suo rifiuto, Di Giuseppe denunciò il caso alle autorità.
La Procura ha costituito il deputato parte civile nel processo. "Alla prossima udienza del 21 ottobre, si prevede che i pm riformuleranno le accuse", ha dichiarato l'avvocato Antonio Di Pietro, ex procuratore dell'Operazione Mani Pulite.
Il piano ha fruttato milioni
L'indagine è iniziata nel marzo 2023 e ha scoperto che i diplomatici Nicola Muscatello e Roberto Albergo avevano facilitato l'ingresso illegale di cittadini bengalesi in Italia. In cambio, hanno ricevuto denaro, biglietti di viaggio e investimenti negli Emirati Arabi Uniti.
Le prove sono state raccolte dalla Guardia di Finanza, che ha intercettato telefonate e filmato incontri tra i soggetti coinvolti. La pratica includeva false lettere di assunzione, utilizzate per giustificare la concessione di visti.
La tariffa richiesta per i visti variava dai 7 ai 15 euro. Una rete di complici, tra cui falsari e reclutatori, si assicurava i documenti falsificati.
Impatto sulla politica migratoria
L'inchiesta ha rivelato che molti immigrati sono entrati in Italia con visti di lavoro, ma sono stati sfruttati da reti di manodopera illegale, soprattutto nel sud del Paese. Il caso ha rafforzato la decisione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni di riformare il cosiddetto "Decreto Flussi", che regola l'ingresso dei lavoratori stranieri.
Meloni ha persino denunciato l'uso improprio del "click day" – un sistema digitale per la richiesta di visto – come strategia per aggirare i controlli sull'immigrazione. In regioni come la Campania, meno del 3% dei contratti richiesti è stato effettivamente registrato.
Tajani critica i discendenti, ma sotto la sua gestione accadono scandali
Da quando ha assunto la direzione del Ministero degli Affari Esteri, popolarmente noto come Farnesina, Antonio Tajani è stato uno dei più severi critici del riconoscimento dell' Cittadinanza italiana ai discendenti sudamericani, in particolare brasiliani. In recenti dichiarazioni, ha affermato che "molti vogliono solo il passaporte Italiano per andare a Miami”, mettendo in dubbio le intenzioni dei richiedenti.
Allo stesso tempo, mentre i processi di riconoscimento legale erano ostacolati da cambiamenti normativi e ostacoli burocratici, Proprio all'interno dell'agenzia di cui è a capo Tajani sono stati individuati gravi casi di corruzione. Lo scandalo dei visti venduti illegalmente in Bangladesh avvenne sotto la struttura della Farnesina, la cancelleria da lui presieduta.
Secondo Islam Nazrul, il piano è stato operativo fino a gennaio 2023 sotto la supervisione di Muscatello, sostituito da Albergo. Entrambi negano il coinvolgimento. Alla luce delle prove raccolte durante le indagini, Nazrul ha deciso di collaborare, ammettendo il suo coinvolgimento nel tentativo di ottenere una riduzione della pena.
