"Le due Corti supreme italiane sono ben allineate sulla natura giuridica della cittadinanza ed entrambe mantengono una posizione favorevole nei confronti dei discendenti." Questa affermazione proviene dall'avvocato e professore di diritto. Giovanni Bonato, uno dei difensori dell'azione che contesta le modifiche legislative derivanti dalla Decreto Tajani e che ha anche rappresentato persone di origine italiana presso la Corte Costituzionale, insieme ad altri avvocati.
In un'intervista con Italianismo, Bonato ha affermato di ritenere che ci sarà coerenza tra la sentenza n. 142, emessa dalla Corte costituzionale nel luglio 2025, e il processo che dovrebbe essere fissato per febbraio o marzo 2026, che analizzerà la retroattività della nuova legge.
Per lui, la norma contraddice i principi fondamentali della Costituzione, come l'uguaglianza e la ragionevolezza, e dovrebbe essere dichiarata incostituzionale nella parte che riguarda i nati prima del 28 marzo 2025. "È difficile avere un cambio di prospettiva in pochi mesi, soprattutto perché i giudici della Corte saranno gli stessi", ha affermato.
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ULTERIORI INFORMAZIONILa Corte ha affermato che la cittadinanza iure sanguinis è permanente, imprescrittibile e indipendente da qualsiasi legame territoriale con l'Italia, esattamente il contrario di quanto previsto dalla nuova Legge 74/2025. A suo avviso, sarebbe possibile per la Corte emettere decisioni diverse sullo stesso argomento in un breve lasso di tempo?
Tutto lascia presagire una coerenza tra la sentenza n. 142 del 31 luglio 2025 e la futura pronuncia sulla legge n. 74/2025. La Corte Costituzionale ha accolto la posizione unanime della Corte di Cassazione, stabilendo che la cittadinanza per discendenza si acquista alla nascita. È improbabile che questa prospettiva cambi nel giro di pochi mesi, soprattutto perché i giudici della Corte saranno gli stessi anche nel febbraio 2026.
Il relatore del caso ha sottolineato che il ruolo della Corte è quello di garantire che le leggi siano conformi ai principi fondamentali della Costituzione italiana, come l'uguaglianza, la ragionevolezza e la non discriminazione. Come valuta questa posizione, soprattutto alla luce delle recenti riforme?
La Corte ha sottolineato che il legislatore ha il potere di modificare la legge sulla cittadinanza, purché siano rispettati i principi di ragionevolezza e proporzionalità. Ora, la domanda è: la retroattività della Legge n. 74/2025 è ragionevole e proporzionata ai sensi della Costituzione italiana? A mio avviso, è irragionevole, e tutto indica che la Corte dichiarerà la suddetta legge incostituzionale anche nella parte in cui si applica a coloro che sono nati prima del 28 marzo 2025.
Che peso ha questa decisione nella giurisprudenza italiana? Costituisce un precedente solido o lascia ancora spazio a interpretazioni divergenti?
Questa decisione ha un peso molto rilevante, perché ora la Corte Costituzionale ha chiarito molto bene che Cittadinanza italiana si acquisisce alla nascita e lo status civitatis è permanente e imprescrittibile. Pertanto, le due Corti supreme italiane sono ben allineate sulla natura giuridica della cittadinanza ed entrambe hanno una posizione favorevole nei confronti dei discendenti.
La decisione della Corte apre in realtà una solida strada legale per contestare la nuova legge di Cittadinanza italiana nei prossimi processi, come nel caso sollevato dal Tribunale di Torino?
Noi, avvocati difensori del caso Torino, chiamati ancora una volta ad agire davanti alla Corte Costituzionale in relazione al decreto Tajani (Benedetta Ballatore, Giovanni Bonato, Giovanni Caridi, Diego Corapi, Riccardo De Simone e Monica Restanio), nutriamo grande speranza e grande fiducia nell'operato della Corte Costituzionale.
Il 2025 è stato segnato da misure considerate ostili alle persone di origine italiana, come la tassa di 600 euro, l'elevato costo dei certificati storici e l'approvazione frettolosa di decreti e leggi. A suo avviso, il Giudice Tajani intensificherà questo movimento o si assisterà a una retromarcia alla luce della decisione della Corte?
Sì, il 2025 è stato un “annus horribilis”. Cittadinanza italianaL'intenzione del Governo di paralizzare il riconoscimento dell' Cittadinanza italiana con barriere economiche, come l'aumento esorbitante e discriminatorio delle spese processuali, il costo del rilascio del certificato "antenato" e misure incostituzionali e retroattive. È infatti possibile che il governo adotti una nuova misura restrittiva, questa volta più legittima. Ad esempio, un nuovo decreto potrebbe concedere un periodo di un anno per presentare nuove cause e creare un regime transitorio per gli adulti, come è stato fatto per i minori dalla Legge n. 74/2025.
Questa sentenza della Corte, o l'eventuale sentenza nel caso di Torino, potrebbero modificare i calcoli politici del governo riguardo alle persone di origine italiana, oppure è probabile che il conflitto continui?
Sappiamo che gli alti funzionari del Ministero degli Esteri, che controllano i consolati, sono sempre stati ostili alla cittadinanza per discendenza. Tuttavia, possiamo aspettarci un cambiamento nella posizione del governo nei confronti dei discendenti, soprattutto se Tajani si dimetterà dalla guida di Forza Italia. Questo dipenderà anche dai due figli di Berlusconi (Marina e Piersilvio). È possibile che i Berlusconi smettano di sostenere Tajani.
Ritiene che ci sarà una revisione significativa del contenuto dell'attuale legge 74/2025, a causa di pressioni politiche o del rischio di ulteriori sconfitte legali?
A mio avviso, prima della sentenza della Corte costituzionale sulla legge n. 74/2025, non ci sarà alcun nuovo decreto legge.
Si parla molto del rischio di centralizzare i processi in Roma, in un organismo indipendente, che, in pratica, potrebbe consentire al governo di tenere questi casi in sospeso a tempo indeterminato, come nel caso dei residenti in Trentino. Come valuta questa possibile mossa?
Sono un po' diffidente nei confronti delle novità che arrivano dal governo italiano. Il mio timore è che questa nuova agenzia possa ritardare e burocratizzare ulteriormente le procedure. Il rischio è che tutto rimanga bloccato per anni e anni, proprio come è successo con i residenti in Trentino.
I tribunali portoghesi hanno dichiarato incostituzionali le recenti modifiche alla legge sull'immigrazione, sostenendo che la norma violava i diritti umani e la dignità umana. A suo avviso, questa decisione rafforza l'idea che le corti costituzionali europee abbiano dato priorità alla tutela dei diritti storici e fondamentali?
Questa decisione della Corte portoghese conferma l'indipendenza della giustizia in Europa e accresce la fiducia nella Corte costituzionale italiana.
Questa decisione del Portogallo può in qualche modo rafforzare giuridicamente la difesa nel caso Torino, oppure è solo un esempio stimolante senza alcun effetto pratico diretto?
La decisione del Portogallo potrebbe dare maggiore fiducia ai colleghi italiani, sì.
C'è una diffusa preoccupazione per la necessità di registrare i figli minorenni. Tuttavia, si parla molto di cittadinanza concessa per legge, non per diritto di sangue. Qual è la sua opinione su questo punto specifico?
Si tratta di un'altra misura assurda del governo italiano. Chiunque abbia origini italiane è cittadino per nascita. La concessione della cittadinanza per beneficio di legge è un espediente legale per limitare la trasmissione dello status di italiano. Tuttavia, se il Decreto Tajani non è più retroattivo, anche i minori nati prima del 28 marzo saranno italiani per nascita.
Quale messaggio vuoi dare ai genitori preoccupati per la sicurezza giuridica della registrazione della cittadinanza dei propri figli?
Ancora una volta, dobbiamo avere fiducia nella giustizia italiana. Il sistema rispetterà ancora una volta i diritti di tutti i discendenti e la sentenza della Corte Costituzionale è prevista per marzo 2026. Per i nati prima del 28 marzo, mi sento tranquillo per la nostra vittoria. Tuttavia, per i nati dopo il 28 marzo, la questione è più complessa, poiché il legislatore ha il potere di modificare le norme sulla cittadinanza in futuro. La lotta continua.
