La Corte Costituzionale italiana ha respinto le istanze di incostituzionalità sollevate dai tribunali, tra cui quello di Bologna, nei confronti della ex legge 91/1992, che disciplina il riconoscimento dell’autonomia Cittadinanza italiana dal sangue. La decisione è stata annunciata il 31 luglio..
La valutazione dei giudici conferma la legittimità della norma in vigore fino a marzo 2025, quando il governo ha introdotto il cosiddetto "decreto Tajani", poi convertito in legge dal Parlamento il 26 maggio.
“La pronuncia della Corte Costituzionale sulle questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Bologna e da altri, in relazione alla legge c.d. 'ius sanguinis' (91/1992), modificata dal decreto Tajani convertito in legge dal Parlamento il 26 maggio 2025, conferma la piena legittimità costituzionale della legge vigente fino alla presentazione del decreto Tajani nel marzo 2025 e, pertanto, la totale inadeguatezza e illiceità del ricorso a un decreto d'urgenza per modificare la normativa italiana su una materia così delicata.” La dichiarazione è del deputato Fabio Porta, del Partito Democratico ed eletto in Sud America.
Secondo il parlamentare, la Corte ha evitato di affrontare direttamente la nuova normativa, ma ha chiarito che le censure di incostituzionalità sono infondate. "Si tratta di un risultato importante, perché la Corte, pur non facendo specifico riferimento alla nuova legge, ha dichiarato infondate le questioni di legittimità e incostituzionalità sollevate dai tribunali", ha aggiunto Porta.
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ULTERIORI INFORMAZIONIIl rappresentante ha inoltre evidenziato che la Corte ha ribadito il ruolo esclusivo del Parlamento nel dibattito sulla cittadinanza e ha criticato, seppur indirettamente, la condotta del Governo nell'utilizzo del decreto d'urgenza. "Allo stesso tempo, la Corte Costituzionale ha solennemente ribadito che spetta al Parlamento decidere se intervenire in materia di cittadinanza, mentre alla Corte spetta il controllo di legittimità costituzionale di tali norme. Anche in questo caso, considerato l'utilizzo del decreto d'urgenza e la conseguente forte e severa limitazione delle prerogative parlamentari, la Corte segnala autorevolmente, seppur indirettamente, la modalità irregolare con cui il Governo italiano ha deciso di intervenire in materia, proprio alla vigilia di una pronuncia così importante."

Porta ha concluso affermando che continuerà a impegnarsi sul tema, sia in Parlamento che tra gli italiani all'estero. Ha affermato che la nuova normativa ha causato confusione e disorientamento. "Continueremo, in Parlamento e tra gli italiani all'estero, a mantenere alta l'attenzione su questo tema e sulla necessità di modificare una legge che ha causato sconcerto e disorientamento tra gli italiani all'estero, come ribadito nel discorso del Presidente al CGIE, che ha chiesto un'analisi più approfondita e, quindi, una revisione dei contenuti dell'attuale Legge 75/2025".
