Ascoli Piceno, nelle Marche, sembra essere, in un certo senso, una delle tante città italiane. Ci sono due grandi piazze dove la gente del posto osserva il passare dei giorni, si siede nei caffè per osservare la gente che passa e fare i propri affari. Passeggiata notturno. Sono presenti chiese secolari e perfino antichi ruderi risalenti al periodo romano.
Come in molti città italiane, il centro è stato costruito nel periodo medievale. E, come gli altri, era magnificamente conservato.
Ma fai una passeggiata, soprattutto di notte, e noterai una grande differenza: Ascoli Piceno sembra brillare.

Durante il giorno gli edifici e perfino le pietre dei marciapiedi sembrano brillare di luce solare. E di notte brillano al chiaro di luna. Le torri, i portici e i lampioni si riflettono perfettamente sul terreno, facendo sembrare il centro cittadino un miraggio.
Ciò è dovuto al fatto che la pietra locale ascolana, con la quale è stato costruito l'intero centro storico, è la travertino: una pietra preziosa, simile al marmo, che brilla di un colore beige alla luce di mezzogiorno, sfumature rosa al tramonto, e brilla sotto i lampioni di notte.
Oggi, travertino – e Travertino italiano in particolare, è costoso. Sono comunemente usati nei bagni e sui pavimenti, piuttosto che in tutta la casa.

Ma il travertino dei palazzi e dei marciapiedi ascolani venne posato ben prima di diventare un materiale estremamente pregiato. Molti dei grandi edifici che vedi oggi risalgono al periodo romano.
Molti infatti sono stati riciclati da edifici romani.
“È tutto riciclato, abbiamo smantellato i monumenti romani per costruire la città medievale”, racconta Lella Palumbi, guida turistica di Ascoli, CNN.
Una forma sedimentaria di calcare, il travertino si forma quando le sorgenti termali depositano minerali di carbonato di calcio. È notoriamente poroso, quasi elastico, grazie alla presenza di organismi esterni come alghe, muschi, batteri e, spesso, fossili.

Os Romani lo utilizzavano già per la maggior parte dei loro importanti edifici e monumenti Roma. Utilizzando le cave di Tivoli, vicino alla città, soprannominarono addirittura la pietra “lapis tiburtino”, ovvero “pietra di Tivoli”, trasformata poi in “travertino”.
“Ascoli è l'unica città al mondo realizzata interamente in travertino”, afferma Stefano Papetti, direttore dei cinque musei cittadini, nel suo ruolo di consulente scientifico per le collezioni cittadine.
“È diverso dagli altri Città d'arte italiane che erano per lo più costruiti in mattoni e poi rivestiti di travertino o marmo. Ma qui, che siano di epoca romana, medievale, rinascimentale o di altro tipo, tutti gli edifici sono realizzati con solidi blocchi di travertino, estratti dalle montagne ascolane”, dice con orgoglio.

La pietra che salvò la città
Il travertino ha un'altra particolare qualità che dona ad Ascoli la sua bellezza. Quando inizialmente estratto è relativamente morbido, permettendogli di essere scolpito – uno dei motivi per cui gli edifici ascolani hanno porte e facciate riccamente scolpite – molte case rinascimentali hanno persino motti scolpiti sulle porte.
Poi, attraverso il processo chimico di ossidazione, si solidifica in una pietra così resistente che gli edifici ascolani hanno resistito a diversi terremoti nel corso dei secoli.
Non fu né distrutta da un violento terremoto nel 1703 né colpita gravemente dal terremoto del 2016 che la distrusse Amatrice, a un'ora di distanza.
Naturalmente Amatrice era entrambe le volte più vicina all’epicentro – fu anch’essa distrutta nel 1703. Ma anche il terreno è diverso – Ascoli è più stabile di altre zone vicine. Ma, dice Papetti, “la pietra aiuta a rendere gli edifici più stabili”.
Palumbi è d'accordo: “I romani sapevano dei terremoti e costruirono Ascoli per resistere. Avevano ingegneri migliori di oggi.
