L'inverno sempre più caldo in Europa ha modificato l'ecosistema marino del continente.
Ne è prova lo squilibrio provocato sulle coste italiane dalla maggiore presenza di gambero rosa in Sicilia e dalla minore quantità di pesce nel Mar Ionio.
Inoltre, la crisi climatica ha contribuito anche alla riduzione delle dimensioni di alcune specie, come le sardine nel Mar Adriatico e le acciughe nel Mar Tirreno.
I dati provengono dalla confederazione delle cooperative di pescatori (Confcooperative Fedagripesca), che ha realizzato l'indagine per l'ANSA, e segnalano anche l'invasione di oltre 200 specie provenienti dall'esterno, dal granchio azzurro al verme di fuoco, che con un inverno sempre più caldo trovano una nuova casa nel Mediterraneo.
L'associazione stima che entro il 2050 oltre il 30% dei pesci, dei molluschi e dei crostacei presenti nella regione del Mediterraneo potrebbero non essere autoctoni, uno scenario che incide direttamente sul settore della pesca.
“Il caldo fuori stagione e gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti stanno danneggiando la produttività delle aziende ittiche, con perdite fino al 50% in termini di giornate lavorative e fino al 70% di perdite di reddito”, afferma Paolo Tiozzo, vicepresidente di Confcooperative Fedagripesca.
Inoltre, il riscaldamento globale ha portato a una proliferazione più intensa di alghe e mucillagini (una secrezione viscosa prodotta da alghe e piante), causando problemi ai pesci e agli attrezzi da pesca. (ANSA/Foto | Foto: Depositphotos)
