La possibile stanza degli schiavi scoperta tra le rovine ai piedi del Vesuvio aveva due letti, di cui uno solo con materasso, e segni di roditori. “Più rivelatore di una bella statua”, afferma il direttore del museo italiano. La scoperta di una piccola stanza lì vicino Pompei fa luce vita degli schiavi nell’impero romano.
La camera da letto di Villa Civita Giuliana – a poche centinaia di metri dalle mura della città italiana distrutta dall'eruzione del Monte Vesuvio, circa 2mila anni fa – aveva due letti, di cui uno solo con materasso, oltre a due piccoli armadi e diversi contenitori e vasi di ceramica. Gli archeologi ritengono che fosse una dependance per gli schiavi.
La differenza tra i letti suggerisce che esistesse una gerarchia nell'ala della servitù. Il Ministero della Cultura italiano ha commentato in un comunicato: “Questi dettagli sottolineano ancora una volta le condizioni precarie e la scarsa igiene in cui vivevano all’epoca le classi più basse della società”.
Sui social network (ex Twitter), il direttore del Museo di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha affermato che, in un certo senso, il ritrovamento è “più importante e rivelatore della vita nell’antichità di una bella statua”.
Catene invisibili di schiavitù
Come è successo con la maggior parte Pompei, nella stanza degli schiavi, la cenere del Vesuvio ricoprì mobili e tessuti, che col tempo si sfaldarono, lasciando minuziosi calchi in negativo.
Gli archeologi li hanno riempiti di intonaco, rivelando così le forme e la consistenza degli oggetti, compreso un lenzuolo su uno dei letti. Gli occupanti condividevano lo spazio con almeno tre roditori, uno dei quali è stato trovato in una gabbia sotto un letto, apparentemente mentre cercava di sfuggire alla catastrofe che uccise gli abitanti umani della città.
Non essendoci sbarre, serrature o catene, Zuchtriegel deduce: “Sembra che il controllo fosse esercitato principalmente attraverso l’organizzazione interna della servitù, piuttosto che attraverso barriere o impedimenti fisici”. Sepolta nell'anno 79 e riscoperta nel XVIII secolo, Pompei è oggi una delle principali attrazioni turistiche d'Italia, avendo più volte rivelato reperti spettacolari.
Le sue rovine furono scavate nel 1907-08, poi di nuovo nel 2017, quando la polizia si rese conto che il sito era stato saccheggiato da scavatori illegali.
Da allora il luogo, a circa 25 chilometri da Napoli, è stato teatro di intense attività archeologiche, anche grazie ad un fondo dell'Unione Europea di 105 milioni di euro recentemente concluso.
